venerdì 30 ottobre 2009

3. Creazione D’Impresa

Luciano Benetton 2. Definire l’idea imprenditoriale 

Definire l’idea d’impresa (business idea) è fondamentale. Una buona idea d’impresa non si può improvvisare. Non conta tanto la sua originalità (anzi, spesso le iniziative di successo non sono quelle più innovative), quanto la sua realizzabilità.

Tante trovate all’apparenza geniali, non hanno avuto in concreto applicazione pratica. 

Ad esempio, anni addietro venne inventata una pista di pattinaggio che al posto del ghiaccio aveva come fondo uno speciale materiale sintetico. Ciò comportava diversi vantaggi: costi complessivi molto più bassi, assenza di manutenzione, ecc. L’idea però non ebbe successo, perché la gente aveva piacere di pattinare sul ghiaccio.

Quindi: prima di pensare di vendere qualcosa, occorre sapere cosa desidera il cliente. 

E’ necessario partire dai suoi bisogni. E’ di fondamentale importanza produrre in base alle esigenze del consumatore e non produrre qualunque cosa (anche se di qualità) e poi cercare di venderla. 

Un’altra cosa che si può fare per verificare se la nostra idea è realizzabile, è quella di misurare il rischio. 

Non c’è impresa senza rischio: il pericolo che qualcosa vada male è connesso all’idea stessa di mettersi in proprio. Se il rischio non si può eliminare, lo si può tuttavia calcolare. 

In questa fase può essere utile fare una prima analisi di perfettibilità, che consente di valutare i punti forti e i punti deboli dell’idea d’impresa (fattori di rischio), nonché di stimare il grado di rischio complessivo. 

Nella prima fase, quella di valutazione delle attitudini, eravamo di fronte a fattori soggettivi cioè alle nostre caratteristiche personali. Ora dobbiamo invece prendere in considerazione tutti quei fattori oggettivi che influiscono sul successo della nostra attività: ad es. la localizzazione dell’iniziativa, l’andamento del mercato, la copertura finanziaria dell’investimento, la concorrenza di grandi imprese, ecc. 

Se non teniamo conto di questi fondamentali fattori di rischio alla prima crisi del mercato, si può profilare il fallimento della nostra iniziativa. 

Effettuando una prima analisi di fattibilità, invece, sarà possibile procedere – prima di essere effettivamente partiti – a tutte le “correzioni di tiro” che si renderanno necessarie. 

Spesso però, quando l’idea d’impresa è appena abbozzata non disponiamo di tutti i dati e gli elementi conoscitivi della situazione. Possiamo, ad esempio, ignorare la situazione generale della domanda del nostro prodotto, o non avere ben chiari i ruoli e le competenze dei nostri soci e collaboratori. In questo caso non saremo in grado di effettuare l’analisi di perfettibilità. 

In tal eventualità, che per altro nella realtà si verifica molto frequentemente, è auspicabile reperire le informazioni mancanti, attraverso la consultazione di banche dati o di pubblicazioni specializzate.

Fonte: Camera di Commercio di Roma

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